Emanuele Caggiano
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Biografia breve di Emanuele Caggiano
Emanuele Caggiano (Benevento 1837 - Napoli 1905) è stato uno scultore italiano del XIX secolo. È nato nella città di Benevento il 12 giugno 1837. Rivelò ben presto la sua presposizione all'arte eseguendo ad appena dodici anni d'età il ritratto del cont. Candido Gonzaga, che lo prese a benvolere e lo mantenne agli studi artistici presso l'Accademia di Belle Arti a Napoli. Egli fu tra i migliori allievi del corso di scultura e nel 1859 vinse il pensionato col bassorilievo "Il Cimbro che va per uccidere Mario". Potè cosi recarsi a Firenze, dove si fermò alcuni anni; in questa cità completò la sua formazione artistica studiando i capolavori dei grandi maestri dei secoli trascorsie soprattutto rimanendo in contatto e lavorando con Giovanni Duprè. Inviò a Napoli come saggio del pensionato la statua "Pane e lavoro"; questo suo lavoro segna la sua adesione al Movimento verista, che, iniziato intorno al 1860, doveva ben presto trovare largo seguito fra pittori e scultori; l'opera fu tradotta in marmo ed un suo esemplare si trova al Museo di Capodimonte a Napoli ed un altro nella Pinacoteca del Museo del Sannio a Benevento. Questa sua statua fu esposta nell'anno 1876 al Salon di Parigi, dove il Caggiano ebbe per essa la menzione d'onore; altro premio egli ottenne con questo lavoro all'Esposizione della Royal Academy di Londra. Nel 1877 scolpì la statua di Federico Secondo di Svevia per la facciata del Palazzo reale di Napoli in piazza del Plebiscito; eseguì in quello stesso periodo i due grandi busti in bronzo di Giulio Bucci e di Emanuele De Feo su commissione del Municipio di Minervino. Nel 1879 vinse il concorso per la cattedra di scultura nell'Istituto di Belle Arti di Roma col bassorilievo in creta: Ettore prima di partire per la battaglia contro i Greci consacra suo figlio a Giove; fu poi insegnante di scultura all'Accademia di Napoli ed ebbe frai suoi allievi il figlio Aurelio, nato a Napoli il 18 settembre 1869. Ebbe anche come garzoni nel suo studio napoletano di Piazza del Mercatello due ragazzini destinati a diventare due artisti d'eccezione: Antonio Mancini e Vincenzo Gemito; questi si fermò presso il Caggiano diversi, finchè si trasferì nello studio di Stanislao Lista. Emanuele Caggiano lavorò molto anche nel campo della scultura funeraria ed eseguì, fra gli altri, i monumenti alla famiglia Bucci ed alla famiglia Gatti. L'opera sua più importante ed alla quale in particolare è legata la sua famaè la statua colossale in bronzo della "Vittoria", che corona il monumento eretto a Napoli, in piazza dei Martiri, nell'anno 1866 su disegno di Enrico Alvino in memoria dei Napoletani caduti nelle rivoluzioni contro i Borboni del 1799, del 1820, del 1848 e del 1860; alla base del monumento vi sono quattro leoni, scolpiti il primo da Antonio Busciolano, il secondo da Stanislao Lista, il terzo da Pasquale Ricca ed il quarto da Tommaso Solari, ognuno dei quali simboleggia uno dei quattro grandi episodi rivoluzionari. Emanuele Caggiano si dedicò anche alla pittura, particolarmente negli anni dei suoi studi a Napoli e a Firenze. Di lui si ricorda la tela "Maddalena", dipinta quando aveva appena diciotto anni e che fu esposta a Napoli e premiata con medaglia d'argento di prima classe. Emanuele Caggiano è morto nell'anno 1905 nella città di Napoli.
FONTE: Gli scultori italiani di V.Vicario
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